I 10 Neopro’ più attesi del 2023… un anno dopo
Come di consueto, anche in vista della stagione 2023 vi avevamo presentato i dieci neo professionisti da tenere in maggiore considerazione nel corso dell’anno successivo. La stagione ormai si è chiusa ed è quindi tempo di bilanci, per poter capire se i neoprofessionisti più attesi sono riusciti a mantenere le aspettative. Tra le prime vittorie e compiti di gregariato per fare esperienza, non sono mancate comunque per molti occasioni per mettersi in mostra e darci spunti interessanti su cui riflettere, mentre le stagioni di altri sono state più anonime e in alcuni casi bersagliate dalla sfortuna.
1. Romain Gregoire (Groupama-FDJ): Il corridore transalpino ha confermato subito in questo primo anno tra i grandi tutta la poliedricità che aveva fatto intravedere nelle categorie giovanili, ottenendo ben cinque vittorie tra tappe e classifica generale a 4 Giorni di Dunkerque e Tour du Limousin. Al di là delle affermazioni in corse di seconda fascia, il classe 2003 ha subito ottenuto risultati di prestigio anche in alcune corse WorldTour, come l’ottavo posto alle Strade Bianche, il settimo nella penultima tappa del Giro di Svizzera e il secondo nell’arrivo in salita di Laguna Negra alla Vuelta a España, dimostrandosi corridore esplosivo e in grado di fare bene su percorsi movimentati.
2. Leo Hayter (Ineos Grenadiers): Valutare la stagione del vincitore del Giro d’Italia Under 23 2022 è praticamente impossibile. Dopo il quinto posto alla Settimana Coppi e Bartali, infatti, il britannico corre ancora fino al Giro di Norvegia, prima che una malattia lo costringa a stare lontano dalle gare per cinque lunghi mesi: al rientro alle competizioni ad ottobre la stagione è oramai praticamente finita e le sue fugaci apparizioni sono ovviamente più mirate al prossimo anno che a qualsivoglia pensiero di risultato.
3. Oscar Onley (DSM-firmenich): Tanta esperienza a fianco dei capitani, ma anche occasioni per mettersi in mostra in prima persona. Il britannico non ha portato a casa nessuna vittoria nel suo primo anno da professionista, ma è comunque riuscito a ritagliarsi spazi importanti: in particolare i risultati migliori li ha ottenuti al Giro di Polonia, con due top 5 di tappa, prima di scivolare al decimo posto della classifica generale in seguito ad una prestazione non ottima a cronometro. Il classe 2002 ha comunque dimostrato di ben adattarsi ai finali esplosivi e tra poco potrebbe diventare molto temibile su certi tipi di percorso.
4. Lenny Martinez (Groupama-FDJ): Il giovane grimpeur transalpino non ha deluso le aspettative, dimostrandosi fin da subito una dei giovani più interessanti in chiave futura quando la strada comincia a salire. Dopo aver sfiorato il successo ad inizio anno alla Classic Grand Besançon Doubs, infatti, il classe 2003 vince su una delle salite più iconiche di tutta la Francia la CIC Mont Ventoux Challenge. La maggior visibilità per lui arriva, però, alla Vuelta a Espana, quando nella sesta tappa chiude in seconda posizione alle spalle di Sepp Kuss, ma indossa la Maglia Rossa, che difenderà per due giorni prima di cederla proprio allo statunitense.
5. Madis Mihkels (Intermarché-Circus-Wanty): Il giovane velocista estone ha disputato un calendario tutto sommato tranquillo e lontano per la maggior parte dalle grandi corse, anche se non sono mancati esordi importanti come quelli a Parigi-Roubaix e Giro del Delfinato. Questo gli ha permesso comunque di ottenere alcuni risultati discreti, culminati nella vittoria di tappa al Giro di Germania davanti a sprinter del calibro di Danny van Poppel e Phil Bauhaus.
6. Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan): Il russo si conferma uno dei velocisti in rampa di lancio più interessanti, anche se fatica ancora forse un po’ troppo su percorsi mossi. I suoi piazzamenti migliori (tra cui spiccano anche le due vittoria al Tour de Langkawi) arrivano, infatti, quasi tutti in corse dal profilo altimetrico molto semplice: a 23 anni, comunque, lo spazio per crescere c’è ancora.
7. Fran Miholjevic (Bahrain-Vicotrious): Il croato classe 2002 ha speso buona parte del suo 2023 a svolgere compiti di gregariato a fianco dei suoi capitani. Questo gli ha permesso comunque di prendere il via a corse prestigiose come Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Parigi-Roubaix, classiche delle Ardenne e Giro di Svizzera, prima di vincere il campionato nazionale a cronometro. E poco importa se molte di queste corse si sono concluse con dei ritiri: questi primi approcci servono a costruire un bagaglio di esperienza che nei prossimi anni potrebbe rivelarsi molto utile.
8. Thibau Nys (Lidl-Trek): Il belga ha subito messo in chiaro di non essere soltanto il figlio del grande Sven, ma di potersi ritagliare presto un posto nel ciclismo che conta a forza di risultati. Dopo una prima parte di stagione con poche corse, il classe 2002 inizia a raccogliere piazzamenti importanti tra Giro di Romandia e Giro di Ungheria. La prima vittoria arriva al Giro di Norvegia grazie ad un colpo da finisseur, per poi ripetersi poco dopo al Gp Gippingen. Nella seconda parte di stagione fa soprattutto esperienza sulle strade di casa, tra Giro del Belgio, Giro di Vallonia e Renewi Tour, ottenendo qualche piazzamento qua e là che ne conferma tutte le qualità.
9. Thomas Gloag (Jumbo-Visma): La sua stagione comincia subito bene, con importanti risultati come il sesto posto alla Volta Valenciana, il settimo posto nel primo arrivo in salita dell’UAE Tour e l’undicesimo posto al Giro di Romandia. Queste ottime prestazioni convincono la squadra a farlo partecipare al Giro d’Italia in sostituzione di Jan Tratnik, infortunatosi alla vigilia della Corsa Rosa. Dopo aver supportato in tutto e per tutto il capitano Primoz Roglic, il britannico si prepara al meglio per la seconda parte di stagione in cui riesce, però, a correre solo la Classica di San Sebastian, dovendosi poi fermare per un infortunio in allenamento.
10. Casper van Uden (DSM-firmenich): Il giovane neerlandese si conferma un velocista interessante, ottenendo alcuni piazzamenti interessanti anche contro sprinter di un certo spessore. I risultati migliori arrivano con il terzo posto alla Milano – Torino e il secondo posto in una tappa del Tour of Britain. La squadra decide anche di testarlo nelle semiclassiche in Belgio di inizio anno, contesto in cui però fatica a fare risultato.
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